Un opera video di Marco Raffaele in collaborazione con Massimo Orsini
Risvegliati! Il s i l e n z i o ti guarda.
…il cammino interno del luogo nello sguardo traccia la linea della visione…la presenza si svolge nell’istante e si evidenzia nella sua autorevolezza….unisce suono e sentire.
Io e Marco Raffaele abbiamo lavorato nel luglio 2011 alle riprese degli spazi vuoti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze in cui operiamo, seguendo il suono dello spazio…di mattina presto…riflettendo al periodo d’infinita transizione in cui abita lo spirito della cultura italiana in questi lunghi ultimi anni e di cui anche le Scuole in Italia divengono, lo specchio a volte un po’ offuscato e spento.
Il luogo che ti guarda, o meglio che guarda e vede, diviene uno e presente e come avrebbe sussurrato oggi M.M. Ponty, lo sguardo…dal silenzio si rende vedente per se stesso.
Lo scorrere delle immagine fisse e vibranti, vuole parlare senza parlare, vuole essere senza ostentare presenze, vuole presentare senza rappresentare, vuole vivere senza morire a tutti i costi. E’ un respiro del cuore nella continuità. La continuazione, come lo scorrere delle azioni creative nella sequenza continua della semplicità connessa agli eventi. Il moto stesso dello spazio e il pulsare dello sguardo che divengono uno, insieme. E’ lo spazio che dice di esserci e di vedere. Parla del sentire e percepire il sentirsi visti che risveglia la sensibilità, permette di riaprire lo sguardo all’interiorità delle cose. E attraverso questo tuffo di luce, vedere, aprirsi a vedere, accorgersi dello spazio che incontra il luogo. Riaprire la consapevolezza e la disponibilità alla disposizione dell’esserci in modo nuovo, armonico, o nuovamente semplice. Occupare lo spazio nel senso di occuparsi dello spazio, curare lo spazio come un tempio interiore, curare lo spazio come il proprio corpo e il proprio sentire. E’ il silenzio loquace dello spazio che ci porta all’esigenza di corrispondenza e sinestesia. Questo ci ha portato a tradurre lo sguardo in pensiero nel movimento fermo e silenzioso delle immagini, verso la possibilità di riunire sul filo sottile del rispetto e dell’ascolto l’essere con l’esserci.
Questo ci ha dato e ci ha detto lo spazio. Questo luogo segreto dell’arte ha indicato un percorso, una possibilità di rinascita e rinnovamento, ci ha parlato del suo cambiamento in atto da tempo. Si è mosso verso di noi, perché ci siamo mossi verso di lui. Si è fatto percorso iniziatico, inizio di visione. Lo spazio si è accorto di noi.